L’educazione, di Tara Westover

L’educazione, di Tara Westover
Feltrinelli Editore, pp. 380, € 11

L’educazione è uno sconvolgente memoir in cui la saggista e storica statunitense Tara Westover racconta la sua infanzia e adolescenza e il suo tardivo, problematico approccio con l’educazione. Nata e cresciuta tra le montagne dell’Idaho da genitori mormoni anarco-survivalisti, ultima di sette fratelli, Tara fino ai nove anni non possiede nemmeno un certificato di nascita: lei e i suoi fratelli non sono mai stati visitati da un medico, non vanno a scuola e ricevono un’educazione approssimativa e ampiamente carente a casa, ignari di qualsiasi cosa accada nel mondo.

Il capofamiglia Gene, eccentrico fino a sconfinare nella follia, è affetto da un mai diagnosticato disturbo bipolare ed è talmente incosciente da rappresentare un pericolo: ossessionato dall’idea che la fine del mondo sia prossima, cresce i suoi figli secondo principi morali e religiosi rigidi quanto contorti, abituandoli ad accumulare provviste e a tenersi sempre pronti per la fine che considera imminente. Tara e i fratelli lavorano nella discarica del padre e gli infortuni gravi, curati maldestramente con erbe e preghiera dalla madre guaritrice, sono all’ordine del giorno. Il fratello maggiore Shawn, che si impone come guida e modello per la piccola Tara con l’obiettivo di allontanarla dal Male, è in realtà un uomo disturbato e violento, che sfoga la sua aggressività sulle sorelle più piccole.

Il romanzo della Westover è di una fisicità spesso brutale, che aggredisce il lettore con il racconto dei molteplici incidenti ai quali i membri della famiglia sopravvivono a stento, delle percosse che Tara subisce per mano del fratello, delle ossa rotte, dei traumi mai curati, delle cadute rovinose. Nell’angosciante concretezza di questi passaggi nasce una contraddizione che oppone il concetto di famiglia – inteso come luogo sicuro in cui crescere fisicamente e spiritualmente – alla realtà fatta di violenza psicologica e abusi che caratterizza la famiglia Westover.

Che fare quando è la nostra stessa famiglia a iniettarci il veleno che ci intorpidisce i pensieri? Quando l’antidoto, qualsiasi esso sia, comporta necessariamente una rinuncia, uno strappo, una rottura definitiva? E di che antidoto si tratta, in questo caso? Per Tara, non ci sono dubbi: l’educazione. Dilaniata da un conflitto tra la casa arroccata sulla montagna e il college luminoso e lontano, tra il diventare la donna che la sua famiglia vorrebbe e quella che sente crescere dentro di sé, tra l’oblio e il ricordo, Tara non trova risposte facili alle domande che l’assillano. Forse, non ne trova affatto: ma trova, nel profondo di sé, lo spazio per comprendersi e accettarsi.

L’educazione è un romanzo che fa un male tremendo e non soltanto quando serri i pugni di fronte all’ennesimo, spesso immotivato scoppio di violenza che brucia tra le pagine: fa male perché pensi che “no, non può essere successo davvero” e invece la realtà da cui Tara è fuggita via è ancora quella in cui vivono molte bambine, giovani donne e adulte. È una storia splendida e soffocante di emancipazione sofferta, perché coincide con il rinunciare a una parte fondamentale di sé, la propria famiglia; è un racconto che consegna tra le mani del lettore il sommo valore dell’educazione, che non può riassumersi in una serie di nozioni o formule matematiche, perché significa soprattutto conoscere, spezzare le catene del fanatismo e dell’ignoranza, diventare consapevoli di sé. In una parola, crescere.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...