Eve: Il risveglio dei ricordi dimenticati, di Giovanni Torchia

Eve: Il risveglio dei ricordi dimenticati, di Giovanni Torchia
bookabook, pp. 160, 13,00€

Esordio letterario di Giovanni Torchia, che non a caso nella vita si occupa di consulenza ambientale e studi sulla biodiversità, Eve: Il risveglio dei ricordi dimenticati è un romanzo ascrivibile al filone della climate fiction (cli-fi), genere a metà tra distopia e fantascienza che coniuga l’ambientazione post-apocalittica al forte peso assunto dalle tematiche ecologiste nel corso della narrazione.

Il futuro immaginato nelle pagine del romanzo non è così distante dal nostro presente, appena una decina di anni in più a partire da adesso, ma sono intercorsi sostanziali cambiamenti, sia ambientali che sociali e politici. L’inquinamento, i cambiamenti climatici e il massiccio sfruttamento delle risorse naturali hanno stravolto i diversi ecosistemi, rendendo la Terra un luogo ostile e, in molte zone, quasi invivibile. Quasi di riflesso, la società ha vissuto una brusca inversione, retrocedendo verso una politica autoritaria e oscurantista, che perseguita la libera cultura e nega teorie e progressi scientifici un tempo assodati: una nuova epoca buia, nella quale regimi e dittature sorgono tra le ceneri della democrazia. In un mondo che vuole cancellare la propria storia, nasce Eve, dotata di un dono straordinario che le permette di ricordare tutto dal momento del suo concepimento in poi – ogni azione svolta, ogni immagine vista, ogni frase letta. La memoria di Eve non si limita però alla sua vita, ma risale indietro fino ai ricordi dei suoi antenati e oltre, a reminiscenze di una vita animale e cellulare, istinti, sensazioni, impulsi.

Il romanzo di Torchia vibra d’amore e rispetto nei confronti del nostro pianeta, torturato e reso invivibile a causa della scelleratezza umana: lo scenario che prende forma tra le pagine è tristemente familiare ed è facile collocarlo in un futuro non troppo remoto, nel quale le tematiche ambientali hanno perso in favore del guadagno la già scarsa rilevanza di cui godono nel presente. La protagonista, attraverso il lungo filo rosso della memoria, incarna quel legame biologico tra uomo e ambiente che i regimi totalitari del futuro vorrebbero cancellare, quella perfetta compenetrazione in cui la natura si fa madre per l’intera umanità, ritenuta un’eresia inaccettabile. Eve porta un nome che suona simbolico nel richiamare il mito di Eva, colei dalla quale ebbe origine l’umanità: e, nel conservare in sé la memoria del mondo, la protagonista assume i tratti di una madre intenta a guidare e insegnare ai suoi figli la loro stessa storia.

Il nucleo centrale del romanzo è di sicura originalità e le difficoltà riscontrate in alcuni passaggi nel caratterizzare con precisione il personaggio di Eve – la cui individualità cede spesso terreno alle personalità e alle caratteristiche dei suoi antenati – vengono compensate dall’uso sapiente che l’autore fa delle doti della protagonista, introdotte e messe a frutto in maniera graduale – con il risultato di una narrazione che dà l’impressione di ampliarsi progressivamente. La lettura è resa scorrevole e coinvolgente anche grazie allo stile lineare e privo di fronzoli dell’autore, che rivela però grande sensibilità nel trattare le tematiche inerenti il rapporto uomo-natura. La mia maggiore critica è relativa al finale, che ho trovato troppo poco incisivo ed eccessivamente affrettato rispetto ai tempi più distesi mantenuti dalla narrazione nel resto del romanzo. Ho apprezzato molto lo sguardo disilluso e al contempo mai rassegnato che Torchia riserva alla tematica ambientale: consiglio questo romanzo a chiunque voglia un approccio delicato ma non banale a un tema tanto attuale.

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